Ripensare a quanto è successo negli ultimi eventi sismici che hanno colpito il centro Italia è frustrante per chi da anni si occupa di studiare il comportamento sismico delle strutture esistenti e sa che le conseguenze dovute ai terremoti si possono e devono prevenire. Siamo attoniti e quanto è successo sembra lasciarci impotenti, ma in realtà qualcosa si può fare; possiamo coinvolgere cittadini ed istituzioni: abbiamo gli strumenti (e non da oggi) per limitare i danni in caso di eventi sismici, abbiamo mezzi per intervenire preventivamente sulle strutture e per mettere al sicuro vite umane.

Troppo spesso sentiamo i giornali lamentarsi di questa Italia che non va, quante volte la sentiamo paragonata al Giappone o alla California dove terremoti di magnitudo comparabile causano meno danni. Le nostre strutture sono purtroppo più vulnerabili, anche perché molti sono edifici storici, costruiti secoli fa. Questo però non deve essere una scusante, ogni paese ha le sue vulnerabilità che devono essere mitigate.

In pochi forse sanno che buona parte dei dispositivi antisismici utilizzati al mondo è stata testata o studiata anche da ricercatori italiani. Molti dispositivi, sia di isolamento che di rinforzo strutturale, sono prodotti proprio nel nostro paese.  L’Italia è uno dei leader mondiali nella valutazione del calcolo del rischio sismico, possediamo anche una delle normative antisismiche più all’avanguardia per le strutture esistenti.
Crediamo che il paradossale divario tra i risultati raggiunti dalla ricerca italiana e la loro applicazione al patrimonio costruito nazionale debba essere colmato. Le ragioni di tale divario sono molteplici: evidente mancanza di fondi (pubblici e privati), mancanza o scarsa capacità comunicativa da parte degli addetti ai lavori (anche di ricercatori ed ingegneri), tanto per citarne alcune. Per questo oggi davanti a quelle immagini che parlano da sole vi chiediamo: Aiutateci! Aiutateci a diffondere questa consapevolezza…

Basta poco: prima di preoccuparci di quale sfumatura di tende mettere in cucina chiediamoci se i mobili più pesanti che abbiamo in casa siano ben fissati al muro o se il comignolo sotto cui passiamo ogni giorno per andare al lavoro sia ben consolidato. Sono piccole cose che fanno un’enorme differenza. Chiedetevi e chiedete ad un professionista quale è il rischio sismico della struttura in cui voi e la vostra famiglia passa metà della propria vita… Vale la pena mitigare questo rischio o no? La risposta non è scontata, ma chi rischia deve essere per lo meno consapevole, per decidere se e come intervenire. Parlatene in casa, parliamone e non smettiamo di farlo. Aiutateci a far crescere e diventare naturale la consapevolezza che le conseguenze di un terremoto possano essere prevenute.

Aiutateci a far sì che al prossimo inevitabile evento sismico il mondo racconti non più di una bella Italia che si deve rialzare, ma di una nuova Italia che è rimasta in piedi.